giovedì 27 agosto 2009

Questione di….mesi (ma come si contano in gravidanza??)



Ecco come una naturalista dà prova della sua arrugginita competenza in materia biologica (umana, però)..

Dunque, il conto delle settimane finalmente l’ho imparato. In realtà è molto semplice: basta considerare come punto di partenza il PRIMO giorno dell’ULTIMA mestruazione (“U.M.” in gergo dottoresco). Bene, poniamo il fatto che ve lo ricordiate con estrema precisione!

Da quella fatidica data lì, data in cui (se L’avete accolto con gioia ma non cercato come me) non vi immaginavate che assorbenti e pantaloni bianchi non sarebbero più stati una vostra preoccupazione per moooolto tempo, inizia la SUA età gestazionale.

L’età concezionale è legata, invece, alla oserei dire variabile data presunta dell’avvenuta (e fortunata!) fecondazione. Anche se corrisponde all’effettiva data di inizio della vita del nostro bambino, in realtà non l’azzeccherà mai praticamente nessuno. Difficile sapere con esattezza quando l’uovo era maturo ed ancor più quand’è stato fecondato (magari i ricordi del pre-neo-papà sono d’aiuto..) ma tant’è..scientificamente rientra intorno al 14° giorno successivo alla U.M. e il gioco è fatto.

Ecograficamente, poi, specialmente per chi quella fatidica U.M. proprio non la ricorda, la lunghezza complessiva del pupo è chiarificatoria: ad ogni misura del CRL corrisponde una precisa età gestazionale e la data del concepimento (salvo chi proprio l’ha datato e calcolato a priori) rimane così un mistero.

Ma veniamo al dunque..

Io ho guardato Regoli (che ho scoperto esser non solo i più piccoli uccelli del nostro continente, ma anche il principale strumento ostetrico di datazione della gravidanza), costruito complessi calendari elettronici in .xls, letto blog e pagine web di ostetricia e.. non ne sono venuta a capo: ma i mesi, come caspita si contano??

Scusate l’ignoranza, ma prima di scoprirmi tale credevo che, poniamo, 12 settimane corrispondessero a 3 mesi, e 9 mesi fossero 36 settimane. Invece, leggo che no! 3 mesi equivalgono a 13+ 1 settimane e la fine del nono mese è la..40°!!

Adesso, o la matematica è un opinione, o a me manca qualche nozione fondamentale….

lunedì 24 agosto 2009

AAA soprannome cercasi


Sono un po’ sconcertata..

Leggendo qua e là fra i blog, noto con stupore che ciascuno, mamma o papà virtuale che sia, ha trovato un degno, spiritoso e azzeccato soprannome altrettanto virtuale per il proprio nascituro.

Adesso, non è che io sia preda di “un’invidia dell’alias”; né, tantomeno, solitamente manco di fantasia.

Fatto sta che, al momento, il soprannome urge. Ed urge almeno sino alla 20° settimana, in cui al pargolo (o pargola) verrà presa misura di ogni singolo attributo la qual cosa svelerà.. a quale colore far riferimento d’ora in poi!

Ma sino ad allora, posso mica continuare ad usare parentesi (e per par condicio dovrei metterci il maschile, ogni tanto, all’interno) o evidenziare in maiuscolo ogni pronome ad ESSO riferito, neanche fosse l’innominato..

Quindi, mentre i nomi sono venuti da sé senza alcuna lista o selezione genitoriale (abolito ogni eventuale tentativo parentale), per il soprannome ho proprio bisogno d’aiuto.

Qualche suggerimento??

Pipì thriller :-(

Premettiamo che tutti gli esami vadano bene. Che non siate mai state così in salute come durante la vostra (prima?) gravidanza. Che il vostro corpicino, dopo aver voluto giocare più o meno spesso all’allegro (mica tanto) chirurgo per oltre una decina d’anni abbia capito l’importanza del momento e si sia messo ligio a funzionare a dovere. Che durante l’ultima ecografia (11°+ 5 settimana) il pargolo (o pargola?) scalpitasse come un puledro togliendovi ogni dubbio di malsanità..

Premettendo dunque tutto questo, è possibile che una mamma in crescita sia terrorizzata…..dalla sua pipì??

Allora, chi di voi è con me?

Voglio dire, avete presente quella piccola, punzecchiante paura quotidiana che si insinua puntuale fra i vostri pensieri nel momento (sempre più frequentemente liberatorio) della pipì?

Ho avuto si una minaccia d’aborto in fase iniziale, ma allora piccole (o meno piccole) perdite erano comuni avvisaglie dell’ingente cambiamento ormonale in atto.

Poi, terminato o meno lo spotting, inizia il count-down: “il primo trimestre è quello più a rischio”, si legge e sente praticamente ovunque. E questo è risaputo.

Poi, pur con tutti i migliori presupposti sovra citati e passata la fatidica 12° settimana, il dubbio rimane. Leggi qua e là e spuntano come colture di champignon frasi dal vago sentore profetico che riportano i rischi possibili sino alla 16°; madri esperte ti annoverano le molteplici complicanze del secondo trimestre, dovute ad un cambio di assetto (?) del tuo utero che ora inizia a fare sul serio..Mamme serene ma comprensibilmente preoccupate parlano della loro paura oltre la 20° o addirittura 30° settimana..

Insomma, che fare? E dire che io non sono di certo ansiosa! O non ero..

Perché adesso ogni pausa pipì è diventata un episodio misterioso e angosciante di un giallo interminabile (si potrebbe intitolare “la Signora in rosso”?), e mentre fingo una razionale indifferenza con occhio guardingo ricerco ogni volta, scrupolosa, una macchia nascosta, una sfumatura di colore funesta, un indizio…

Ma a voi, questa sorta di cluedo gravidico capita??? Attendo curiosa i vostri thriller personali..

domenica 23 agosto 2009

…Welcome to my (new) life!

Come dice il titolo..benvenuti!

Ho pensato a lungo su come iniziare questo blog..ed infine ho pensato ad un saluto, tratto da quell’omonima canzone che, rocckeggiando, esprime nel titolo proprio il suo scopo..

Si, lo so, i blog mammeschi non sono più ormai una novità (però sono utilissimi e divertenti)..ma la mia non è una scelta di stile!

Potevo, infatti, continuare a scrivere monologhi cartacei o lettere per CHI verrà, ma la vista di quei fogli nascosti e impolveriti sotto una cassettiera mi ha fatto pensare…qual è l’utilità??

Sfogo personale? O forse rendere i posteri partecipi delle paturnie confuse di una giovane mamma in crescita?

No, non fanno per me. Io sono una sostenitrice accanita dell’utilità delle cose. Riciclo tutto, ri-cucino tutto, ri-uso ogni cosa finchè se ne trova, un uso..

Poi ieri, dopo giorni di profondo sconforto, arriva una lettera di una cara amica; avete presente quei cari amici a cui non scrivete mai? Quelli che si, ci sono, ma siamo troppo impegnati per contattare anche solo per un saluto?

Prima di scoprire di essere mamma, il tempo mi scorreva addosso rapido fra mille impegni, ciascuno considerato alla stregua di un’epica ed indiscutibile lotta contro i mali del mondo..

Dicevo, ahimè prima di divagare, che è arrivata ieri questa lettera: bene, la cara amica, col fare dolce che le è congenito, mi fa gli auguri, venuta a sapere della gravidanza. Una cosa normalissima, penserete. Se non fosse che ha perso il suo bambino proprio in quei giorni in cui io scoprivo (a 1 mese e più, alla faccia della precocità) di crescere il mio. Commossa, le rispondo. E scopro una cosa che prima, da Wonderwoman impegnata, avevo quasi stupidamente dimenticato: scrivere SERVE ANCHE AGLI ALTRI.

Nella risposta che le ho inviato, così come nella sua lettera “scatenante”, c’era un po’ di tutto: sfogo personale, qualche consiglio, qualche domanda, tanto affetto ed il pensiero di farsi del bene reciprocamente, condividendo una parte importante delle nostre vite.

Ecco l’UTILITA’ della parola. E di tutte quelle lettere che ora ho sottratto alla polvere (e in campagna non è poca). Ecco perché scrivo questo blog e perché vi scrivo.

Alla 16°+2 settimana ed in quanto primipara (il termine, essendo naturalista, mi piace moltissimo) certo non pretendo di insegnare alcunchè!

Ma condividere le mie prime esperienze, imparare dalle vostre, essere una voce amica ed ascoltarne altrettante mi riempie di gioia. E’ cosa c’è di meglio della rete per diffondere, gratuitamente (che di costi già ce ne sono a sufficienza..) e a vasta scala, queste credo lodevoli intenzioni??

Forse anche così, in questa fase transitoria in cui tutto sembra incentrarsi su un ombelico (..”centro nevralgico del nuovo mondo..”, Jova insegna..) crescerò come mamma!

} PS

Almeno per la prefazione (se così dicesi anche in un blog) parlerò al plurale MASCHILE, perché non solo le pre-neo-mamme, ma anche i papà “in crescita” sono ben accetti! Anzi, forse sono ancor più ben accetti, perché ci illustrino i loro punti di vista, le loro opinioni ed una loro traduzione del quasi dantesco viaggio parallelo di due genitori in attesa, vissuto dal lato papesco.

Per il resto..ahìloro.. mi rivolgerò al femminile: ma fintanto che gli argomenti saranno pance, tetta, pipì, nausee e voglie, credo che proprio per questo non me ne vorranno!

 
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